3. Dar lustige pua au afn perge Kostalta
(Bacher, 1900, III: 308-309; Bellotto, 1978: 304-308; Miorelli, 2014: 224-226)
Dar lustige pua au afn perge Kostalta
Il ragazzo burlone sulla montagna di Costalta
Dar sèll lustege pua,
Lo stesso ragazzo burlone,
bo-da hatt gehatt zo tüana metn1 per in aff dan2 belese pèrge,
che ha avuto a (che) fare con l’orso su nella montagna italiana,
in an summar izz-ar gebest alz khüdsarar3 au in Kostalta;
in un’estate è stato su a Costalta come mandriano;
ditza iz gebest segsundraissigar djar4,
era il 1936,
daz sèll djar, da5 in de nåmpn lentar iz-ta gebest dar kolèra.
lo stesso anno che nei paesi vicini c’era il colera.
In an morgan iz zuargånt6 a kropf vo Leve zo sega7 von ar khua
Una mattina si è avvicinato un valsuganotto di Levico per avere notizie (=vedere) di una mucca
un er izz-ar zuargånt disarn khua, zo vorsa
e lui si è avvicinato a questa mucca, per chiedere
bi-z
come le va, per vedere come trova da mangiare,
be-sa-ar gem saltz, be-sa-ze8 haltn gearn un be-ze-en9 gitt vil milch
se le danno sale, se la trattano bene, e se lei gli da molto latte
un asó vort.
e avanti così.
Dar lustege pua hatt-en gesekk un hatt-en auzgelüsnet10 baz-ar khüt11 ka disarn khua,
Il ragazzo burlone l’ha visto e l’ha ascoltato ciò che ha detto a questa mucca,
un hatt gemunt, dar månn iz narrat.
e ha creduto, (che) l’uomo fosse matto.
Dena dar månn iz gånt zuar dar khesar un dar pua izz-en gånt inkéng
Quindi l’uomo è andato dal casaro e il ragazzo gli è andato incontro
un hatt khött:
e ha detto:
«Du möchst bizzan, ’z izz-az khent geschafft
“Devi sapere che ci viene di fare
az-war12 håm zo roacha alle de leut13,
che dobbiamo affumicare tutti coloro
bo-da khemmen in ar14 in di khesar,
che vengono qui alla malga,
zoa zo bohüata-n-az vo disan letz beata,
al fine di proteggerci da questo brutto male,
bo-da ummar iz, umbrómm da kan üsåndarn15 iz-ta nonet khuanar».
che si trova (tutt’) attorno, perché qui da noi non c’è ancora niente”.
Un dar kropf hatt-en gevorst z’ sega
E il valsuganotto gli ha chiesto di vedere
be-sa no håm geroacht åndre o,
se hanno già affumicato anche altri,
un dar pua hatt khött vo ja;
e il ragazzo ha detto di sì;
un dar kropf alóra hatt khött:
e il valsuganotto allora ha detto:
«Baz-dar16 hatt getånt pitn17 åndarn,
“Ciò che hai fatto con gli altri,
tüat met18 miar o».
fallo anche con me”.
Dena dar pua hatt-en ingevüart in di khesar,
Quindi il ragazzo lo ha condotto nella malga,
hatt-en ågehénk met19 an soal ume de mit (um in laip)20,
lo ha attaccato con una corda attorno al busto,
hatt gedjukht ’z soal obar a holtz
ha lanciato la corda sopra una trave
bo-da iz gebest au in khemmech, un hatt gezoget in kropf au in khemmech
che era sopra il camino, e ha appeso il valsuganotto su sul camino
un hatt-en ågepuntet au hoach.
e lo ha legato su in alto.
Dena hatt-ar ingetrakk grüane21 tesan un hatt ågemacht22 ’z vaür.
Quindi ci ha posto sopra rami di conifera verde e ha acceso il fuoco.
Vo disan tesan iz-ta augånt a schaüladar stinkhatar roach.
Da questi rami è salito un brutto fumo puzzolente.
Dar månn hatt håntgelékk zo gorgla un zo kénka un hatt vorprocht ’z soal
L’uomo ha cominciato a gorgogliare e a scalciare e ha rotto la corda
un iz gevallt ar aff di mitt von vaür.
ed è caduto in mezzo al fuoco.
Allz an stroach23 izz-ar gesprunk zo vuazan
Tutto d’un colpo è saltato in piedi
un pa tür auz loavane, un hatt geböllt vonkìan;
e correndo fuori per la porta, e ha voluto fuggire;
un dar lustege pua izz-en någeloft disan månn,
e il ragazzo burlone lo ha inseguito, quest’uomo,
azz-ar-se auhalt un az-ar khear bidar um24,
che si fermasse e che tornasse indietro,
dar gitt-en z’ èzza;
(che) lui gli dava da mangiare;
un dar levegar hatt khött, er kheart neméar bidar um25 inn in di khesar26,
e il levicense ha detto (che) lui non sarebbe mai più tornato indietro nella malga,
un dar pua hatt-en gemöcht tragn27 z’ èzza auz af di étz’.