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6. Be-da di Lusérnar håm getånt zo khemma zo bizza be-da la pèsta no iz bait vort von lånt

RACCONTO NR. 6
(Bacher, 1905: 84-85; Bellotto, 1978: 44-46; Miorelli et al., 2014: 101-102)

Be-da1 di Lusérnar håm getånt zo khemma zo bizza be-da la pèsta no iz bait vort von lånt

Come i lusernesi hanno fatto a venire a sapere se la peste ancora era lontana dal paese

Dise djar iz-ta gebest khent la pèsta.

In quegli anni era venuta la peste.

Si iz gebest ummar in alle di lentar2 umenùm Lusérn un di Lusérnar soin gebest alle in a vort, umbrómm sa håm gemunt, se khinnt sèmm o.

Lei era diffusa in tutti i paesi attorno Luserna e i lusernesi erano tutti impauriti, perché ritenevano che lei venisse anche lì.

Sa hettn3 gearn gebisst bo4-ze iz pall nåmp un,

Avrebbero volentieri saputo quando era vicina e,

ombrómm se håm gehǫ̈art khön5 ke bo-da iz la pèsta darvàult6 ’z proat o,

avendo sentito dire che dove c’è la peste marcisce anche il pane,

izz-en khent in sint zo nemma-n-a stång zo stekha drau zboa pröatla un zo luana-ze-au7 affn Sbånt.

è venuto loro in mente di prendere un’asta per inserire sopra due panetti e per issarla sullo Sbånt.

Sa håm khött:

Loro hanno detto:

«Az-ta iz la pèsta in air au affn Sbånt,

“Se c’è la peste nell’aria su sullo Sbånt,

’z proat darvàult un asó seg-bar bia un baz».

il pane marcisce e noi vediamo com’è la situazione.”

Asó håm-sa getånt.

Così hanno fatto.

Sa håm genump a långa stång un håm-se getrakk au affn Sbånt;

Hanno preso una lunga asta e l’hanno portata su sullo Sbånt;

dom håm-sa gemacht a loch in di earde un håm augeluant di stång drau pittn8 zboa pröatla.

lassù hanno fatto un buco nella terra e hanno issato l’asta con su due panetti.

Getånt azz-sa-z håm gehatt, soin-sa bidar khent ar huam9.

Fatto ciò (=fatto che l’hanno fatto) sono nuovamente andati a casa.

Zboa drai tage darnå soin-sa bidar gekheart zo giana au z’ sega be10-z steat pittn11 proat.

Due tre giorni successivamente sono ritornati per andare su a vedere come stava (con) il pane.

Bal-sa håm ausgehatt gegrabet di stång un håm argenump ’z proat,

Quando hanno finito di dissotterrare l’asta e hanno preso il pane,

håm-sa gesek ke vo halm12 in zuar Vesan ’z proat iz gebest vaul13 azpe a sbåmm,

hanno visto per un mezzo in direzione del Vezzena il pane era marcito come un fungo,

un vo halm14 auvar zuar Lusérn iz no gebest guat.

per un mezzo verso Luserna era ancora buono.

Asó håm-sa gesek ke la pèsta iz gebest khent fin sèmm.

Così hanno visto che la peste era venuta (=arrivata) fin lì.

Sa håm augelekk zboa åndre pröatla un in an étlane tage soin-sa bidar gånt z’ sega.

Hanno inserito due altri panetti e dopo parecchi giorni sono di nuovo andati a vedere.

Disa vert iz no gebest allz guat ’z proat,

Questa volta era ancora tutto commestibile, il pane,

un di laüt soin gekheart alle luste bodrùm in lånt,

e le persone sono ritornate tutte felici in paese,

umbrómm sa håm gesek ke la pèsta iz bidar vortgebest, åna zo tüana-n-en khuan15 schade.

Perché hanno visto che la peste era andata distante (=era di nuovo distante) senza fare loro nessuna paura.

1 Lezione innovativa: Di pesta odar be-da di Lusernar (Bellotto, 1978: 44): --> Di pesta odar bia di Lusernar (Miorelli, 2014: 101). be-da: nel cimbro odierno (1) be ha valore di (a) introduttrice di ipotetica, it. ‘se’; (b) comparazione quando in composto az-be. In ciò si contrappone a (2) bia che ricopre tre funzioni principali: (a) modale (e.g. Di stordja iz gånt, bia hån-e khött); (b) introduttore di interrogativa diretta (e.g. Bia pist-to gånt dahùam?); (c) introduttore di interrogativa indiretta (e.g. I boaz nèt bia ‘z-iz-ta dar vairta da atz Lusérn). Tuttavia in Bacher (1905: 85) e Bellotto (1978: 44) la presenza di un costrutto modale con be porta a supporre che in passato la congiunzione avesse anche la funzione che oggi pertiene a bia (2-a). Si deve di conseguenza teorizzare che nella recente diacronia del cimbro di Luserna be avesse anche una funzione modale (1-c), successivamente passata a bia (2-a). Alla luce di ciò si spiega la possibilità insita nell’avverbio bia di adottare entrambi gli ordini sintattici quando si trova in subordinazione.
2 Lezione innovativa: lentar (Miorelli, 2014: 101). Nel cimbro odierno (sg.) ‘z lånt – (pl.) de lendar così come in tedesco (das Land – die Länder). E’ probabile che nel 1905 sopravvivessero due differenti plurali, uno apofonico de lendar, uno invariabile de lant. La stessa dualità si ritrova oggi nei Sette Comuni sebbene il pl. apofonico rappresenti la forma regolare (Cfr. Martello, 1974: 168).
3 Lezione innovativa: hettatn (Bellotto, 1978: 45) --> (Miorelli, 2014: 101). hetn (hetatn) può con buona probabilità denunciare una tendenza alla riduzione diffusa nel parlato dell’epoca, nelle quale il condizionale si caratterizzava esclusivamente per l’innalzamento apofonico del vocalismo radicale.
4 Lezione innovativa: bi (Bellotto, 1978: 45) --> (Miorelli, 2014: 101).
5 Lezione innovativa: habante gehöart khön (Bellotto, 1978: 45) --> (Miorelli, 2014: 101).
6 Lezione innovativa: darvault (darvault-ta) (Bellotto, 1978: 45) --> (Miorelli, 2014: 101). darvault: l’assenza di ta nell’originale (cfr. Bacher, 1905: 85) indica come all’epoca l’esplicazione del soggetto non era ancora percepita come necessaria. Una fase intermedia è forse in Bellotto (1978: 45) che segnalando tra parentesi la forma con soggetto esplicitato, sottolinea come già all’epoca questo fosse percepito come necessario.
7 Lezione innovativa: luana-se au, au af’ n (Bellotto, 1978: 45): --> lùanase au, au affn (Miorelli, 2014: 101).
8 Il Bacher (1905: 85) riporta una forma bet rispetto all’odierno pitt il che lascerebbe pensare ad un’evoluzione di *b secondaria > p non ancora completamente avvenuta. Più difficile da spiegarsi è la genesi di tale b- secondaria a partire da un a.a.t. *mit/miti. Uno sviluppo *mit(i) > *bit > pitt è condiviso dal mocheno pet (cfr. Bersntoler Beirterpònk on-line) pur restando estraneo non solo alle varietà prossime, tirolese e bavarese, ma anche al resto dei dialetti tedeschi. In cimbro una b- non etimologica può derivare solo da *w-. In quest’ottica, ampliando l’indagine al restante panorama germanico, un termine di paragone si ritrova nell’ing. with funzionalmente analogo a ted. mit. La corrispondenza pertiene tuttavia al solo piano semantico. La preposizione dell’inglese non deriva infatti dalla radice P.Grm. *medhi- di ted. mit., la quale presente in inglese antico, si mantiene oggi solamente a livello residuale nei composti del tipo mid(wife) ‘ostetrica’ mid(shipman) ‘guardiamarina’. Al contrario essa deriva da una base *withro- che, sebbene nella maggior parte delle lingue germaniche (e.g. a.sass. withar, ol. weer, got. wiþra, ...) sembri avere generalizzato il valore ‘contro’, in norreno può esprimere anche la funzione di ‘con’, e.g. a.Norr. viðr ‘contro, con, attraverso’. L’influenza incrociata del norreno ̶ la cui penetrazione massima si riscontra con la salita al trono d’Inghilterra del danese Knud il Grande (1015) ̶ e della vicinanza fonologica con a.ingl. *mid- portò la forma a.ingl. wið a generalizzare come unico valore semantico quello di ‘con’, scalzando di conseguenza la forma *mid- che rimane testimoniata solo a livello residuale.
La presenza di un valore ‘con’ in una tradizione conservatia come quella norrena, porta a supporre che tale valore sia da riportare ad una fase P.Germ. Di qui si apre la strada per spiegare il consonantismo della preposizione cimbra. Se a Luserna essa appare sempre come pitt < *pett, la coesistenza di pit / mit nei VII Comuni.
9 Lezione innovativa: huam. (Miorelli, 2014: 101). ar: Bacher (1905: 215) ritiene la particella analoga a ted. ab, got. af, far. av, ma posta in questo modo l’ipotesi non è convincente dal momento che una forma a.h.t. *ab(a)- > cim. ab(a)- lascia inspiegata la rotacizzazione dell’occlusiva. La questione sembra essere risolta da Bellotto (1978: 45 n.3) che considera l’avverbio, presente anche nei composti del tipo (auv)ar, quale frutto di abbreviazione a partire da una forma abar, presente nei VII Comuni con il valore di ‘giù’ (cfr. Martello, Dizionario: 98).
10 Lezione innovativa: be (Bellotto, 1978: 45): --> bi (bia) (Miorelli, 2014: 101).
11 Cfr. n. 8.
12 Lezione innovativa: das halbe proat (Bellotto, 1978: 45): --> (Miorelli, 2014: 101). von halm, [...] ‘z proat: con halm, aggettivo sostantivato declinato al dat.sg. *halb(e)m.
13 Lezione innovativa: daz halbe proat in zuar Vésan iz gebest vaul (Bellotto, 1978: 45): --> (Miorelli, 2014: 101).
14 Cfr. n. 12.
15 Lezione innovativa: khummana (Miorelli, 2014: 101).