"Tre Re": Canto religioso tra i più diffusi e documentati dell'arco alpino e prealpino, legato all'antico rito della "Stella", detto anche dei "Tre re". Questa tradizione è stata documentata oltre che nell'Italia settentrionale anche in Sardegna e in vaste aree dell'Europa centrale, soprattutto germanofona (dove i canti sono chiamati "Dreikönigslieder"), ma anche boema, ungherese e slava. In Trentino la sua presenza è documentata a partire dal XVII secolo. Il cerimoniale prevede che nel periodo tra Natale e l'Epifania, un gruppo di cantori, gli "stelari", spesso mascherati da Re Magi, visitino le abitazioni del paese reggendo su un bastone una grande stella di legno e carta colorata, talvolta illuminata da una lampadina, talvolta girevole. Ad ogni tappa il gruppo esegue uno o più "canti della Stella", ricevendo in cambio doni di vario genere e/o denaro. Il ricavato della questua è devoluto in beneficenza oppure diviso tra i cantori. La versione a stampa più antica di questo canto è contenuta in un opuscoletto ritrovato a Fierozzo San Felice, stampato a Bassano dai Remondini, senza indicazioni riguardanti l'autore del testo né la data di edizione, anche se lo si suppone edito alla fine del '600 o all'inizio del '700, visto che lo si ritrova in diverse ristampe del periodo. Il titolo del canto è "Nuova operetta spirituale sopra la venuta dei Santi tre Re Magi". "Le caratteristiche editoriali e i diversi elementi stilistici e tematici del testo sembrerebbero collocare questo canto tra i prodotti secondari (e forse più tardivi) della letteratura devozionale sviluppatasi sui modelli forniti dalle "Laudi a travestimento spirituale" (cfr. Morelli 1996). Il testo riporta analogie sostanziali con "Noi siam li Tre Re d'Oriente" della raccolta di Don Giambattista Michi: i tre Re Magi raccontano in prima persona il lungo viaggio guidato dalla stella, l'offerta di oro, incenso e mirra al bambinello ed infine il commiato (cfr. http://www.museosanmichele.it/apto/schede/noi-siamo-i-tre-re-nuova-operetta-spirituale-4/).